Luoghi e Date


All’indomani dell’armistizio tra l’Italia e le Potenze Alleate, il 9 settembre del 1943, a Roma si costituiva il Comitato di Liberazione Nazionale (C.L.N.).
  
Era l’inizio della Resistenza.

La necessità di una riorganizzazione dei combattenti era drammatica. Ai militari allo sbando si unirono gli ex fuoriusciti ed i reduci politici dalle prigioni e dal confino. Si costituirono quindi le prime “bande”, inizialmente distinte in 2 tipi: le “bande militari” e le “bande politiche”. Nel corso degli anni, fu quest’ultima a prendere il sopravvento.

Le forze politiche e le rispettive formazioni partigiane erano quelle che seguono.

  • Comunisti: formazioni “Garibaldi” con esplicito richiamo all’epopea garibaldina ed alla lotta antifascista dei fuoriusciti italiani durante la guerra di Spagna. 
  • Socialisti: formazioni “Matteotti”.
  • Cattolici: formazioni “Italia”, “Fiamme Verdi”, “Santa Justa”.
  • Azionisti e Repubblicani: formazioni “Giustizia e Libertà” e “Autonome
Liberali e Monarchici si riunirono in formazioni “Autonome”.

Il luogo più idoneo per rifugiarsi era indubbiamente la montagna. Solo in Emilia Romagna, la lotta partigiana si realizzò nelle città e nelle campagne, ma per una questione più che altro ambientale.

Iniziarono ad affermarsi i Gruppi Azione Partigiana (G.A.P.), a cui seguirono le Squadre d’Azione Patriottiche (S.A.P.). Operavano prevalentemente in città, con azioni di sabotaggio e di disturbo e sostenendo scioperi. La cosa che risultava più difficile era indurre gli operai a partecipare alla Resistenza, pur restando ai rispettivi posti di lavoro.

Le truppe tedesche affrontarono per la prima volta i partigiani in Venezia Giulia.
Fu a Bovesche che si tenne la prima vera azione di guerra contro bande partigiane.

Presso il Colle San Marco (AP), un plotone motorizzato tedesco venne attaccato dal presidio militare d’Ascoli Piceno, con una conseguente reazione tempestiva e cruenta.

A Bosco Martese (TE) la banda militare che si era formata, grazie ad oltre 1.000 uomini, costituì un serio pericolo nelle retrovie del fronte tedesco. La formazione fu sciolta ed un nucleo ristretto decise di spostarsi altrove. 

A Napoli si combatté per 4 giorni lungo le strade. Una folla disperata di operai, donne comprese, esplose contro la violenza e l’ordine di ridurre la città “a fango e cenere”.

Anche a Lanciano (CH) la popolazione si sollevò. La rivolta fu presto domata e la località venne saccheggiata. Persero la vita 22 civili.

Villadossola costituì invece il primo esempio di città liberata da un’azione partigiana diretta dai civili. Una volta rioccupata dalla Germania, per reazione si creò un forte gruppo partigiano in diretto contatto con le forze lavoratrici delle fabbriche.

Sempre nel 1943, accaddero due avvenimenti di particolare rilevanza storica:

  • il Governo Badoglio dichiarò guerra alla Germania;
  • il Congresso del Partito Fascista Repubblicano approvò i 14 punti programmatici della Repubblica Sociale.
L’Italia era praticamente divisa in 2 parti. Il Nord occupato dai tedeschi e governato da Mussolini. Il Sud invaso dagli eserciti alleati, con un Governo che conservava la struttura costituzionale del Regno d’Italia.

Il 20 gennaio del 1944, a Roma, venne costituito il Comitato di Liberazione Nazionale per l’Alta Italia (C.L.N.A.I.). Al suo comando, Raffaele Cadorna.

Nel dicembre 1943, sulle rive del fiume Sangro, fu costituito il Gruppo Patrioti della Maiella, comandato dal Cap. Troilo.

Liberato l’Abruzzo il Gruppo, che nel frattempo aveva prese il nome di “Brigata Maiella”, proseguì la guerra fino a Bologna ed oltre. Fu l’unica singola formazione partigiana ad ottenere la Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Il 4 giugno del 1944, con la liberazione di Roma, il nuovo Governo Bonomi riconobbe al C.L.N.A.I. di Milano i poteri di “Governo Straordinario del Nord”.
  
Un’impresa tra le più importanti compite dai partigiani fu la collaborazione offerta agli Alleati per la liberazione di Arezzo. L’11 agosto del 1944 avvenne la sollevazione popolare: i tedeschi furono costretti a ritirarsi.

Quello che segue è una piccola sintesi delle tappe di quella che viene spesso definita l’epopea partigiana.

  • Montefiorino (MO): sotto il completo controllo dei partigiani, fu la prima zona libera dell’Italia del Nord. L’ampia zona libera, a ridosso della Linea Gotica, consentiva di poter attuare un controllo strategico delle grandi arterie di comunicazione che portavano al fronte.
  • Valle dell’Ossola (NO): qui la giunta provvisoria, insediata dai partigiani, amministrò e legiferò in materia di guerra, rifornimento, tassazioni, giustizia ed istruzione.
  • Langhe (CN): fu il centro di lunghi combattimenti che portarono alla liberazione di un’area molto vasta, tra cui la città di Alba.
  • Monferrato (AT): le forze partigiane riuscirono a liberare una vasta area costituita da 40 comuni. Nizza Monferrato fu il centro vitale della zona proclamatasi “Repubblica Partigiana” e, per oltre 3 mesi, si governò con una giunta popolare di Governo sino al 2.11.44.
  • Valsesia (VC): fu a lungo oggetto di diversi rastrellamenti, repressioni e distruzioni. 
  • Valle d’Aosta: qui erano attive 2 distinte formazioni partigiane, una di ispirazione “autonoma” ed un’altra “separatista”.
  • Carnia e Friuli: nella primavera 1944, vennero proclamate come “Zona Libera della Carnia”, estesa per 2580 Kmq per un totale di 41 comuni.