Introduzione storica

L'Italia in guerra
La seconda guerra mondiale inizia l’1 Settembre 1939 e si presenta come una guerra fra ideologie: da una parte gli stati totalitari, dall'altra quelli democratici.
L'Italia entra in guerra il 10 Giugno 1940, dopo la vittoria dei tedeschi contro la Francia, con la prospettiva di una "guerra lampo". Tuttavia l'impreparazione militare degli italiani porta ad alcune gravi battute d'arresto.Partigiani durante uno scontro a fuoco con dei soldati tedeschi
Nel 1943, all'inizio di luglio, gli alleati sbarcano in Sicilia ed iniziano a risalire la penisola; Napoli si libera da sola e si aggrega agli anglo-americani. Sempre in luglio, nella notte tra il 24 e il 25, cade il fascismo: in una riunione del Gran Consiglio, i partecipanti decidono di restituire al re il ruolo di capo dell'esercito. Il giorno seguente Mussolini viene destituito dall'incarico di capo del governo; viene poi portato sul Gran Sasso, in Abruzzo. Hitler però lo libera e Mussolini si trasferisce a Salò dove fonda la Repubblica Sociale Italiana.
Intanto a Roma il governo viene affidato al maresciallo Badoglio. Quella stessa estate viene firmato l’armistizio con gli anglo-americani e l'Italia esce dalla guerra.
Il re ignobilmente fugge per paura delle ritorsioni di Hitler e lascia l'esercito allo sbando; la situazione e di grave rottura della coscienza italiana.
Viene a crearsi la Resistenza (1943-1945). Inizia cioè la lotta armata contro nazisti e fascisti: il 25 Aprile 1945 l'Italia viene liberata su ordine del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale). La Resistenza è sostenuta, oltre che dai comunisti di Togliatti e Longo, dai democristiani di Alcide De Gasperi e dai socialisti di Nenni, anche dai cattolici che, in seguito alle leggi razziali del 1938, sono distaccati dal fascismo.

Il secondo dopoguerra

Inizia con il governo di Ferruccio Parri, un idealista, che rinuncia dopo pochi mesi a favore di De Gasperi; del governo fanno ora parte tutti i partiti anti-fascisti. Il 2 Giugno 1946 si vota con suffragio universale per scegliere tra monarchia e repubblica e per eleggere un’assemblea costituente.
Nel primo periodo dell'Italia repubblicana (1945-1947) il governo è di coalizione: vi fanno parte i democristiani, i liberali, i socialdemocratici, i socialisti e i comunisti. La Democrazia Cristiana è un partito di centro che si rivolge ai contadini, agli operai e ai ceti medi. Sempre di centro, ma più a destra, è il Partito Liberale Italiano, al quale appartiene Luigi Einaudi, futuro presidente della Repubblica. Più a sinistra ci sono invece il Partito Socialista Democratico Italiano, che nasce nel 1947 e si presenta come partito filoamericano. Il suo leader e Saragat, che diventerà poi presidente. A destra nasce il Movimento Sociale Italiano, che raccoglie l'eredità ideologica del fascismo, con leader Almirante. A sinistra resistono il PSI, partito riformista che vuole avvantaggiare le classi minori, e il PCI, partito comunista anch'esso riformista.
Questi partiti governano insieme fino al 1947, quando De Gasperi accetta la proposta americana del piano Marshall: vengono stanziati degli aiuti a patto che vengano estromesse le sinistre dal governo. Dopo le elezioni del 1948 governano quindi solo i partiti di centro, con la Democrazia Cristiana in primo piano. Dalla Resistenza e dal clima di collaborazione tra i partiti antifascisti nell'immediato dopoguerra nascerà la Costituzione Italiana (approvata il 27 Dicembre 1947 ed entrata in vigore l'1 Gennaio 1948).